Arcangelo Galante
- 07/12/2017 15:55:00
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Con questa originale poesia, lautrice definisce il venire accecati da continue luminarie stagionali, le quali, offuscano la vista, creando un senso di disagio. Il lettore immagina lo scenario, già a partire dai primi due versi del testo; un palcoscenico, soggetto, però, alla conseguenza di pensieri rapiti, nel vedere luci abbaglianti al neon. Proseguendo nellavanzare del testo, sino a giungere alla chiusa, si intuirebbe che la poetessa voglia raggiungere angoli silenziosi, lontano dal “clamore” di quel mondo luminoso, per poter approfondire le emozioni del cuore e respirare una serenità, ritrovata proprio in felici luoghi, dai quali, nessuno può catturarla, allindietro. Mi è piaciuta tanto. Un cordiale saluto Elisabetta.
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